Quale tribù fondò la città di Roma. Una breve storia dell'antica Roma

Secondo la leggenda, Roma fu fondata il 21 aprile 753 a.C. Questo accadde sulle sponde del fiume Tevere - come scrivono gli storici, a circa 22 km dalla sua foce, nel delta, che sarebbe poi diventato il porto di Ostia. Ostia fu fondata dal re Anco Marcio in vista della presenza qui di ricche saline, e anche per impedire alle navi nemiche di penetrare a Roma lungo il fiume.

Allo stesso tempo, gli stessi storici ritengono che la tradizione del 21 aprile debba essere messa in discussione. “Non c'è stato un tale momento iniziale quando i villaggi sparsi del ferro e Età del bronzo sulle colline deciderebbero di unirsi e di chiamarsi una città", scrive lo storico dell'arte e critico d'arte Robert Hughes. - Come città più antica, più dubita della sua origine, e Roma è decisamente antica. Tuttavia, ciò non fermò i romani dal II secolo a.C. e oltre a nominare le date non plausibilmente esatte della sua comparsa: Roma, come affermato in precedenza, non sorse solo nell'VIII secolo aC, cioè nel 753 aC, e il suo fondatore fu Romolo, il fratello gemello di Remo. Inizia così una tradizione confusa che esiste in molte versioni e di solito ruota attorno agli stessi motivi: è ambizione, parricidio, fratricidio, tradimento e di nuovo ambizione divorante. Soprattutto l'ultimo. Non c'è mai stata una città più ambiziosa di Roma, e probabilmente non lo sarà mai, anche se New York può discuterne su questo. E nessun'altra città è stata così intrisa di crudeltà fin dall'inizio come Roma, che ci riporta alla tradizione della sua mitica infanzia.

La leggenda dice: una volta la bella Rea Silvia, che fece voto di celibato, incontrò il dio della guerra Marte e da lui diede alla luce due gemelli: Romolo e Remo. Lo zio di Rea, re Amulio, si arrabbiò e diede l'ordine di giustiziare la nipote dissoluta, mise i neonati in una cesta e li gettò nel Tevere.

Secondo lo storico Tito Livio, la cesta con i bambini fu portata a riva, e lì la lupa trovò i gemelli sporchi e bagnati, che li nutrirono con il suo latte. Secondo alcune versioni, di Romolo e Remo si prendevano cura anche un picchio e una pavoncella (un uccellino della famiglia dei piviere). È interessante notare che in seguito i romani iniziarono a considerare la pavoncella un uccello minaccioso. Nel famoso "Satyricon" di Petronio l'Arbitro, c'è un detto "Malam parram pilavit" ("Ho spennato una cattiva cygalitsa (pigalitsa)"), che significava - senza fortuna, in una situazione spiacevole.

Quando i bambini sono cresciuti e sono diventati più forti, sono stati allevati dal pastore reale Faustul. I ragazzi maturarono a passi da gigante e presto rovesciarono il loro infido parente Amulius. Rhea Sylvia era già morta a quel punto.

Quindi i gemelli decisero di stabilire un insediamento sul Tevere, ma i fratelli non poterono scegliere il luogo esatto. Remo scelse tra l'Aventino e il Campidoglio, e Romolo insistette sul Palatino. E anche qui sorgono diverse versioni della leggenda: secondo la prima, i gemelli si sedettero con le spalle l'uno all'altro e iniziarono ad aspettare segni dall'alto. Remus vide sei aquiloni volare nel cielo e Romolo ne vide dodici. La vittoria fu dalla parte di Romolo (a proposito, dodici aquiloni simboleggiano i dodici anni del potere romano).

La seconda versione è molto più sanguinaria: scoppiò una disputa tra i fratelli, e Romolo uccise Remo, e poi fondò la città, a cui diede il nome.

“Così, il primo fondatore della città terrena fu un fratricida che, per invidia, uccise il fratello, cittadino della città eterna, viandante su questa terra (Gen. 4), il teologo e filosofo cristiano Aurelio Agostino avrebbe poi scrivere. “Non sorprende che dopo tanto tempo, alla fondazione di quella città che doveva diventare il capo di questa città terrena di cui parliamo, e che regnerà su tanti popoli, ci sia stata una specie di imitazione di questo primo esempio , o, come dicono i greci, archetipo. Perché anche qui, come uno dei loro poeti cita la stessa malvagità, "i primi muri, ahimè, erano macchiati di sangue fraterno".

Fu così che fu fondata Roma, a giudicare dalle testimonianze della storia romana sull'assassinio del fratello Remo da parte di Romolo. L'unica differenza è che erano entrambi cittadini di una città terrena. Entrambi cercarono la gloria di creare la Repubblica Romana; ma tutti e due insieme non potrebbero avere tanta gloria come ciascuno di loro potrebbe avere se fossero soli. Perché chi vuole essere famoso per il suo dominio, governa meno che con un largo numero complici ne condivide il potere. Così, per avere da solo tutto il potere nelle sue mani, un compagno fu ucciso, e per questa malvagità crebbe in peggio ciò che, senza macchiarsi di delitto, sarebbe minore ma migliore. E quei fratelli, Caino e Abele, non avevano lo stesso desiderio delle cose terrene, e colui che uccise suo fratello non lo invidiava perché il suo dominio poteva diminuire se entrambi dominavano (poiché Abele non cercava il dominio in quella città , fondata da suo fratello); invidiava quell'invidia diabolica, che persone cattive invidiare i buoni solo perché sono buoni, mentre sono cattivi...

Quando fondò Roma, il fratello gemello sopravvissuto afferrò una mucca e un toro a un aratro e arò un solco. Questo solco si chiamava pomerium, ed era lei che segnava la linea sacra delle mura cittadine.

“La storia non racconta come si sentì Romolo dopo aver ucciso il suo unico fratello: non è però un caso che i sacerdoti, che negli anni successivi giravano periodicamente intorno al pomerio, per garantire così la fertilità degli armenti romani e delle donne romane, erano chiamati Luperci, cioè “confraternita del lupo”, scrive Robert Hughes.

All'inizio, Romolo era l'unico abitante della città appena fondata, ma presto decise di invitare gli avanzi della società: assassini, schiavi fuggitivi, esiliati. Più tardi, il colle su cui questi feccia trovarono rifugio sarebbe stato chiamato Campidoglio. Sul Campidoglio sorgerà il Tempio Capitol, dove si svolgeranno le riunioni del Senato e le assemblee popolari.

Questa leggenda di schiavi in fuga e assassini, secondo gli storici, suggerisce che Roma non sia stata creata da una tribù etnicamente omogenea.

Nei primi anni a Roma non c'erano abbastanza rappresentanti del gentil sesso, quindi Romolo decise di organizzare una vacanza in onore del dio custode delle riserve di grano, Kons. Sabines (il popolo del gruppo italiano) è venuto in vacanza. In un momento in cui tutti gli ospiti erano appassionati di giochi, Romolo diede un segno alla sua gente, che attaccarono gli ospiti e catturarono le loro donne. Durante il tumulto che sorse, Romolo stesso trasse profitto: afferrò la Sabina Hersilia, che presto prese in moglie. È curioso che in seguito abbiano cominciato a credere che il matrimonio con il rito del rapimento della sposa fosse diventato un'usanza romana da quel momento.

Secondo la leggenda, dopo la morte di Romolo, Ersilia giunse alla sua tomba, e in quel momento una stella discese dal cielo e le illuminò i capelli, a seguito dei quali la stessa vedova si trasformò in una stella e salì al cielo.

La sacerdotessa della dea Vesta Rhea diede alla luce due gemelli. Il loro padre non era un uomo, ma il dio Marte. Ad Amulio fu ordinato di affogare i bambini nelle acque del Tevere, la cesta con i bambini nel fiume. Tuttavia, non sono morti. La lupa ha trovato i ragazzi. Ha trascinato i bambini in una tana sulle pendici del Campidoglio e li ha allattati con il suo latte. Postuco li adottò e diede loro i nomi di Romolo e Remo. I fratelli sono cresciuti e hanno appreso il segreto della loro nascita.

Sulla cima del Palatino, i fratelli decisero di fondare nuova città. Romolo fece un profondo solco con un aratro, segnando il confine della futura città. Questo confine era considerato sacro e inespugnabile. Rem saltò stupidamente su di esso. Romolo, fuori di sé dalla rabbia, uccise il fratello e gridò: "Così sarà di tutti coloro che osano attraversare le mura della mia città". Romolo divenne il primo re della città da lui fondata. La città prese il suo nome Roma (in latino - Roma).

La civiltà romana sorse sulla penisola appenninica. Il sud della penisola era famoso per i suoi splendidi pascoli, dove pascolavano armenti di bovini. I Greci chiamavano queste terre "paese dei vitelli" - Italia. In seguito questo nome fu dato all'intera penisola. Tra le tribù italiche insediate nella parte centrale della penisola, la tribù latina ha svolto il ruolo più importante nella storia della civiltà romana. Abitava nel Lazio, un'area nel corso inferiore del fiume Tevere. In questo luogo, su sette colli sulla sponda sinistra del fiume, sorse una città destinata a diventare "la padrona del mondo".

La struttura dello stato romano

I sovrani romani erano originariamente re. Il re emanava leggi, amministrava la giustizia, comandava l'esercito.

Quindi i romani scelsero una repubblica come struttura statale (tradotto dal latino - una causa comune). Il potere nella Repubblica Romana apparteneva all'Assemblea Nazionale, al Senato e ai funzionari eletti. Il Senato ha annunciato il reclutamento di truppe, ha ricevuto ambasciatori stranieri, ha proposto nuove leggi per la discussione da parte dell'Assemblea popolare.

I consoli comandavano l'esercito, presiedevano il senato e decidevano i più importanti affari di stato. I pretori erano responsabili dei tribunali dello stato romano. Gli edili erano responsabili dell'ordine nei mercati, nelle strade e negli edifici pubblici. I questori erano responsabili del tesoro della città. I censori compilavano elenchi di senatori, monitoravano l'osservanza di usi e costumi.

La popolazione di Roma era divisa in due grandi gruppi. I nobili romani, discendenti dei primi senatori, erano chiamati patrizi. Le persone comuni che avevano un'origine umile erano chiamate plebe.

È stata adottata una "legge sacra" sull'elezione di speciali difensori della plebe: i tribuni del popolo. Il tribuno del popolo aveva il diritto di fermare l'azione di qualsiasi funzionario pronunciando la parola "veto", che significava "vietare".

Imperatori di Roma

L'imperatore più famoso di Roma è Gaio Giulio Cesare. Il destino lo ha dotato di molti talenti: era un politico abile e lungimirante, uno scrittore brillante, un grande comandante, propositivo. Essendo diventato governatore di una delle province di Roma, Cesare iniziò una guerra con i vecchi nemici di Roma: i Galli. Cesare impiegò diversi anni per conquistare la Gallia. I legionari di Cesare misero piede sul suolo della Germania, della Gran Bretagna. Cesare con i suoi soldati si avvicinò al fiume Rubicone, che separava le province galliche dall'Italia. Con le parole "Il dado è tratto!" ordinò ai suoi soldati di iniziare la traversata. Cesare tornò trionfante a Roma. La benevolenza di Cesare non poteva nascondere la sua grande brama di potere. Divenne l'unico sovrano dello stato romano, un dittatore a vita.

Dopo la morte di Cesare, Ottaviano divenne l'unico sovrano dello stato romano, rinunciò ai poteri dittatoriali. Il Senato gli diede il titolo di Augusto. Prima della sua morte, Augusto trasferì il potere al suo generale Tiberio.

Il successivo imperatore, Gaio Caligola, si dichiarò dio, ricorse a esecuzioni di massa, pretese che il suo amato cavallo fosse eletto console.

L'imperatore Nerone, che era un vero tiranno, si distinse per eccentricità ancora maggiori. Ordinò di uccidere sua madre, sua moglie, molti dei suoi consiglieri. Costrinse il suo maestro, il filosofo Seneca, a suicidarsi. Nerone era così odiato dai romani che quando Roma fu devastata da un terribile incendio, si vocifera attribuissero il disastro all'imperatore.

L'imperatore Mark Ulpiy Troyan era un comandante di talento.

Marco Aurelio, l'ultimo dei Cinque Buoni Imperatori, fu costretto a respingere le orde barbariche.

La storia di Roma è complessa e confusa. Ma torneremo alle origini, alla fondazione di Roma e alle sue leggende più interessanti.

Roma fu fondata nel 753 a.C. e., ma molto tempo prima, altre tribù vivevano qui. Gli scavi archeologici ci hanno portato alla luce resti di insediamenti del XII secolo aC, ma i miti parlano di tempi ancora più antichi. Secondo la leggenda, qui vivevano gli dei, uno di loro, Giano, diede ospitalità allo stesso Saturno (in greco Kronos), che fu spodestato dall'Olimpo. Divenne il primo sovrano del Campidoglio, fondando un insediamento che visse in pace e felicità, senza schiavitù e bisogno.

Qui, sul vicino colle del Palatino, viveva il terribile Caco, che faceva paura a tutti, ma Ercole riuscì a sconfiggerlo. Sì, c'era anche lui e ha dovuto combattere il brutto mostro sputafuoco per riconquistare i tori rubati di Gerion. Su questa collina, a ricordo dell'impresa di Ercole, si trova ancora la scala Kakieva, e recentemente sono stati ritrovati i resti di un altare dedicato ad Ercole.

A Roma miti e leggende risorgono, si intrecciano, fanno rivivere la storia. Lo ricordiamo tutti Roma fu fondata dai gemelli Romolo e Remo ma da dove vengono? Torniamo alle origini.

Dobbiamo ricordare un altro eroe leggendario... Enea figlio di Venere, dea dell'amore. La guerra di Troia... Troia viene bruciata... Su consiglio degli dei, Enea parte con i sopravvissuti Traiano sulle navi per fondare una nuova città, salparono lunghi anni, fermandosi a Cartagine, oltre la costa dell'Odissea, dove videro anche i Ciclopi camminare lungo la costa.

Quando i Traiani sbarcarono alla foce del Tevere, gli dèi diedero loro un segno che quella era la terra per cui lottavano. Qui c'era il regno del Lazio (da cui il nome moderno della regione Lazio), e il suo sovrano cercava uno sposo per sua figlia. Essendo figlio di Venere, Enea incantò facilmente una fanciulla, e dopo lunghi ostacoli descritti da Virgilio nell'Eneide, la sposò. Per 200 anni i discendenti di Enea governarono queste parti nella città di Alba Longa, fino a quando il mercenario Amulius rovesciò il fratello maggiore e legittimo re Numitore, e diede sua figlia Ray Sylvia al servizio della dea Vesta, sua sacerdotessa, vestali , l'intero periodo di servizio doveva mantenere il celibato del pranzo. La ragazza quindi non rappresentava più un pericolo, perché non avrebbe dovuto dare alla luce eredi legittimi. Se solo il dio Marte non l'avesse incontrata nelle foreste e, incantato dalla sua bellezza, non l'avrebbe dominata. Possiamo solo credere alle parole della ragazza, anche se forse era un semplice guerriero, o forse Ray Sylvia aveva simpatia per lui...

Così sono nati Rumolo e Rem, i discendenti di Venere e i figli di Marte. Non è pensabile lasciare in vita gli eredi legittimi, e il loro assassinio è affidato al contadino Faustil, ma questi, incapace di alzare una mano contro i bambini innocenti, crea per loro una culla di legno e li lascia lungo il Tevere. Inchiodarono questa culla ai piedi del Palatino, dove loro trovata da una lupa e allattata con il suo latte. La lupa diventa infine un simbolo di Roma e del suo potere, perché con il latte del lupo forza e destrezza sono state trasferite ai gemelli. E ancora, possiamo solo indovinare da dove viene questa leggenda. Le lupa a Roma si chiamavano ragazze di facile virtù (Lupa), ululavano tanto di notte da ricevere questo soprannome poco gentile, e successivamente il bordello fu chiamato Lupanaria.

Quindi, probabilmente, è stato a una ragazza del genere che Faustil ha preso i bambini per l'alimentazione. Il che spiega un'altra storia: il contadino che trovò i bambini accanto alla lupa portava anche il nome di Faustil.

quando Romolo e Remo, dopo aver raggiunto l'età di 18 anni, hanno appreso il segreto della loro origine (Faustil ha tenuto la culla trovata), hanno rovesciato il sovrano illegale, liberato la madre di Ray, Sylvia dalla prigione, e restituito il trono a nonno Numitor. In segno di gratitudine, il re diede ai fratelli oro, schiavi e artigiani per fondare una nuova città.

Romolo e Remo scelsero luoghi a loro familiari per la posa della prima pietra della città, dove crebbero e furono nutriti da una lupa vicino alle sponde del Tevere. Ma qui per la prima volta scoppiò una disputa tra i fratelli, non potendo decidere su quale collina fondare la città. Romolo credeva che la posizione migliore fosse il Palatino., mentre Ram suonava per l'Aventino. Su istigazione dei sacerdoti, ciascuno di loro si fermò all'alba sul proprio colle, in attesa dei segni divini. Rem fu il primo a vedere il segno, sei aquiloni iniziarono a volteggiare su di lui, ma dopo pochi istanti Romolo apparve all'aquilone, ma erano già 12. Nonostante la resistenza di Rem, i sacerdoti decisero la disputa a favore di Romolo e la scelta cadde sul Palatino (Palatio).

Così fu deciso il destino di Roma. Alla fondazione della città, Romolo ne delinea i confini, attacca una giovenca all'aratro, come era consuetudine a quel tempo consacrare il nuovo insediamento, ma offeso e offeso, Rem, per ferire il fratello, inizia a saltare il confine sacro, mostrando quanto sarà facile per i nemici superare le mura della nuova città. Romolo, indignato per il sacrilegio, in un impeto di rabbia afferra una spada e con le parole: "Così sarà di chiunque varcherà le mura di Roma", uccide il fratello ...

Quindi, Roma fu fondata da Romolo e Remo, ma Romolo fu il primo re della più grande città.

Inizia così la storia dei sette re di Roma.

Romolo e Remo(lat. Romolo e Remus) sono i leggendari fratelli fondatori di Roma. Secondo la leggenda, erano i figli della Vestale Rea Sylvia e del dio Marte. Secondo Tito Livio, Romolo fu il primo re dell'antica Roma (753 - 716 aC).

Nascita e infanzia

La madre di Romolo e Remo, Rea Silvia, era la figlia del legittimo re di Alba Longa Numitore, deposto dal trono dal fratello minore Amulio. Amulius non voleva che i figli di Numitore interferissero con i suoi ambiziosi piani: il figlio di Numitore scomparve durante una caccia e Rea Silvia fu costretta a diventare una vestale, cosa che la condannò a 30 anni di celibato. Nel quarto anno di servizio le apparve nel bosco sacro Marte, dal quale Rea Sylvia diede alla luce due fratelli. Infuriato, Amulio la prese in custodia e ordinò che i bambini fossero messi in una cesta e gettati nel fiume Tevere. Tuttavia, il cesto finì sulla riva ai piedi del Palatino, dove furono nutriti da una lupa, e le cure della madre furono sostituite da un picchio e una pavoncella. Successivamente, tutti questi animali divennero sacri a Roma. Quindi i fratelli furono prelevati dal pastore reale Faustulo. Sua moglie, Akka Larentia, che non si era ancora consolata dopo la morte del figlio, si prese cura dei gemelli. Quando Romolo e Remo sono cresciuti, sono tornati ad Alba Longa, dove hanno appreso il segreto della loro origine. Uccisero Amulius e riportarono al trono il nonno Numitore.

Fondazione di Roma

Quattro anni dopo, per volere del nonno, Romolo e Remo si recarono sul Tevere alla ricerca di un luogo dove fondare una nuova colonia ad Alba Longa. Secondo la leggenda, Remo scelse le pianure comprese tra il Palatino e il Campidoglio, ma Romolo insistette per fondare una città sul Palatino. Passare ai segni non ha aiutato, è scoppiata una lite, durante la quale Romolo ha ucciso suo fratello.

Pentitosi per l'assassinio di Remo, Romolo fondò la città, alla quale diede il suo nome (lat. Roma) e ne divenne il re. La data di fondazione della città è il 21 aprile 753 a.C. e., quando fu tracciato il primo solco intorno al Palatino con un aratro. Secondo la leggenda medievale, la città di Siena fu fondata dal figlio di Rem - Seny.

In un primo momento, la principale preoccupazione di Romolo era aumentare la popolazione della città. A tal fine ha concesso ai nuovi arrivati diritti, libertà e cittadinanza al pari dei primi coloni. Per loro assegnò le terre di Capitol Hill. Grazie a ciò, schiavi fuggiaschi, esiliati e solo avventurieri provenienti da altre città e paesi iniziarono ad affluire in città.

A Roma non c'era abbastanza popolazione femminile: i popoli vicini consideravano giustamente vergognoso stringere alleanze familiari con una folla di vagabondi, come chiamavano allora i romani. Pertanto, Romolo escogitò un trucco - organizzò una festa solenne - Consualia, con giochi, lotta e diverso tipo esercizi di ginnastica e cavalleria. Alla festa vennero molti vicini dei romani, compresi i Sabini (Sabini). Nel momento in cui gli spettatori e, in particolare, gli spettatori sono stati travolti dall'andamento del gioco, segno convenzionale una grande folla di romani con spade e lance in mano attaccò gli ospiti disarmati. Nella confusione e nella fuga precipitosa, i romani catturarono le donne, quante più potevano. Lo stesso Romolo prese in moglie la Sabina Ersilia. Il matrimonio con il rito del rapimento della sposa è diventato da allora un'usanza romana.

Secondo Plutarco, un tentativo di calcolare le date della nascita di Romolo e Remo e della fondazione di Roma con metodi astrologici fu intrapreso dall'astrologo Taruzio su richiesta del suo amico Varrone. Decise che i fratelli erano stati concepiti quel giorno eclissi solare 24 giugno 772 a.C e. alla 3a ora dopo l'alba e nacquero il 26 marzo 771 a.C. e., e Roma fu fondata il 4 ottobre 754 aC. e.

Romolo - re dell'antica Roma

Il rapimento delle Sabine non poteva avere un effetto positivo sulla reputazione di Roma: i vicini si ribellarono contro di lui. L'esercito di Romolo riuscì a respingere l'attacco e a prendere le città di Tsenin e Crustrum. La gloria militare di Romolo attirò nuovi coloni nella città: gli Etruschi. Si stabilirono sull'Esquilino. A quel punto, i Sabini, guariti dal lutto, sotto la guida del loro re Tazio, intrapresero una campagna contro Roma e, nonostante l'eroismo dei difensori della città, quasi riuscirono a prenderla. Ma nel bel mezzo della battaglia, i Sabini apparvero sul campo di battaglia: tenendo in braccio i bambini, evocarono, da un lato, i loro padri e fratelli, dall'altro i loro mariti per fermare lo spargimento di sangue. Sabini e Romani fecero la pace. Decisero di chiamarsi quiriti (lancieri) e vivere insieme sotto il governo di Tazio e Romolo. I Sabini popolarono il Campidoglio e il vicino Quirinale.

Per sei anni Tazio e Romolo governarono insieme. Durante questo periodo fecero diverse campagne di successo, inclusa la colonia albanese di Cameria, ma nella città di Lavinius Tatsiy fu ucciso da cittadini offesi. Romolo divenne re delle nazioni unite.

A Romolo è attribuita la creazione del Senato, che a quel tempo era composto da 100 "padri". Ha anche installato insegne potere supremo, stabilì la carica di littori, divise il popolo in 30 curie, secondo i nomi delle Sabine, stabilì tre tribù: Ramny(latini), Tizia(Sabini) e Lucer(Etruschi). È anche accreditato di aver diviso i romani in patrizi e plebei.

Il dispositivo dello stato romano di Romolo

Dividendo l'intero popolo in 3 parti, Romolo mise il popolo più importante su ciascuna delle parti come leader. Poi, dividendo di nuovo ciascuna delle tre parti in 10, nominò su di esse capi, uguali fra loro e fra i più valorosi. Chiamò le parti più grandi tribù e quelle più piccole curie. Quelli che stavano a capo delle tribù erano chiamati tribuni, quelli che stavano a capo delle curie erano chiamati curioni. Romolo divise la Curia in decenni, guidati da un decurione. Romolo divise la terra di Roma in 30 cleres uguali (lotti per sorteggio) e nominò un chierico per ciascuna curia.

Romolo separava per nascita i nobili e famosi per valore e ricchezza a quei tempi, persone che avevano già figli, dagli oscuri, poveri e sfortunati. Chiamò plebe persone dal destino non invidiabile e persone di vita migliore - "padri" (i loro discendenti iniziarono a essere chiamati patrizi). Ai "padri" fu affidata la guida di Roma. I cittadini che non prendevano parte agli affari pubblici erano chiamati paesani.

Quando Romolo separò il meglio dal peggio, adottò la legislazione e stabilì ciò che ciascuno di loro doveva fare: patrizi - essere sacerdoti, dirigere e giudicare, occuparsi degli affari di stato con lui; Romolo decise di liberare i plebei da tutto questo. Li nominò occupazioni nell'agricoltura, nell'allevamento del bestiame e nell'artigianato redditizio. Romolo ritenne opportuno affidare i plebei ai patrizi, ciascuno dei quali potendo scegliere quale popolo desiderasse diventare patrono. Romolo chiamava la protezione dei poveri e il basso clientelismo, stabilendo così tra loro legami filantropici e civili.

Quindi Romolo stabilì senatori, con i quali intendeva governare lo stato, reclutando 100 persone dai patrizi. Nominò uno che doveva guidare lo stato quando lui stesso guidava l'esercito oltre i suoi confini. Ordinò a ciascuna delle tre tribù di scegliere tre persone che fossero le più intelligenti per età e le più famose per origine. Dopo questi nove, ordinò da ciascuna curia di nominare i tre patrizi più degni. Quindi, aggiungendo ai primi nove nominati dalle tribù altri 90, che le curie avevano precedentemente eletto, e nominando tra loro un capo, che egli stesso aveva nominato, Romolo aumentò il numero dei senatori a 100.

Scomparsa di Romolo

La mitologia romana descrive la morte di Romolo come una scomparsa soprannaturale. Tuttavia, sembra che sia stato appena ucciso. Plutarco, nelle sue Vite Comparate, parla dell'ascensione di Romolo con le pinze:

Per trentasette anni Romolo governò la Roma da lui fondata. Il 5 luglio, in quel giorno, che oggi è chiamato il Capratine nonas, Romolo offrì un sacrificio fuori città, nella Palude della Capra, per tutto il popolo alla presenza del Senato e della maggior parte dei cittadini. Improvvisamente nell'aria è successo grande cambiamento: una nuvola scese sulla terra, accompagnata da un turbine e da una tempesta. Il resto del popolo fuggì spaventato e si disperse in diverse direzioni, mentre Romolo scomparve. Non è stato trovato né vivo né morto. Un forte sospetto cadde sui patrizi. Il popolo disse di essere stato a lungo stanco del potere reale e, volendo prendere in mano il controllo dello stato, uccise il re, poiché per qualche tempo iniziò a trattarli in modo più severo e arbitrario. I patrizi cercarono di dissipare questo tipo di sospetto classificando Romolo tra gli dei e dicendo che "non morì, ma ricevette una quota migliore". Proculo, una persona rispettata, giurò di aver visto Romolo salire al cielo in piena armatura e di aver sentito la sua voce che gli ordinava di essere chiamato Quirino.
Plutarco. Biografie comparative. Licurgo e Numa Pompilio

Una storia simile è raccontata nella sua "Storia dalla fondazione della Città" di Tito Livio.

È generalmente accettato che Romolo sia asceso al cielo il 5 luglio 717 a.C. e. Data esatta la nascita di Romolo e Remo si conosce solo approssimativamente: 771 aC circa. e. Dopo la sua morte, Romolo fu identificato con il dio sabino Quirino, considerato l'ipostasi pacifica di Marte.

Dopo Romolo, Numa Pompilio divenne re di Roma.

Analogie nelle mitologie di altri popoli

Il destino di Remo e Romolo ha molte analogie nelle mitologie di altri popoli. Così l'antico greco Perseo e l'ebraico Mosè furono subito dopo la nascita gettati rispettivamente nel mare e nel Nilo. Il tema dei gemelli si ritrova spesso anche nella mitologia del Mediterraneo: confronta almeno con le leggende greche di Castore e Polluce o di Anfione e Zef. I casi di allevamento di bambini da parte di animali selvatici sono spesso descritti nella mitologia, nella religione e nella narrativa moderna. Infine, la leggenda dell'ascensione di Romolo ricorda molto la leggenda cristiana della risurrezione di Gesù Cristo. In entrambi i casi si tratta di un “re” che è asceso al cielo.

La leggenda dell'origine di Roma

La tradizione storica, conservata dagli storici greci e romani e riflessa nella poesia (di Virgilio), enuncia così la leggenda dell'ascesa di Roma. Il troiano Enea, figlio della dea Afrodite e del mortale Anchise, sopravvisse alla distruzione di Troia. Insieme al figlio Ascanio (o Yul), Enea fuggì e, dopo lunghe peregrinazioni, giunse alle coste del Lazio. Vi regnava allora il latino, il re della tribù locale degli "aborigeni". Accettò amichevolmente Enea e gli sposò sua figlia Lavinia. Dopo la morte di Enea, Ascanio-Yul fondò la nuova città di Alba Longa e vi iniziò a regnare. Secondo un'altra versione della leggenda, Yul era figlio di Enea e Lavinia. In ogni caso, secondo entrambe le versioni, fu lui il capostipite di Alba Longa e l'antenato del clan che vi regnava. Poche generazioni dopo Yul, Numitore regnò ad Alba Longa. Ma il fratello minore Amulio lo rovesciò dal trono e regnò lui stesso ad Alba Longa, e diede alle vestali la figlia di Numitore Rea Sylvia. Le Vestali, cioè le sacerdotesse della dea Vesta, dovevano fare voto di celibato. Tuttavia, Rea Silvia dal dio Marte diede alla luce due gemelli, per i quali fu condannata a morte da Amulio per aver violato il suo voto. Il re ordinò che i gemelli fossero gettati nel Tevere. Ma gli schiavi a cui fu affidato questo lasciarono il cesto con i gemelli in un luogo poco profondo, perché a causa della piena del fiume era difficile per loro avvicinarsi alle acque profonde. Quando la fuoriuscita si è calmata, il cestino si è ritrovato in un luogo asciutto. Al pianto dei gemelli, una lupa scese di corsa dalle montagne circostanti al fiume per ubriacarsi e nutrirli con il suo latte. Presto i bambini furono trovati dal pastore reale Faustul. Li portò a casa e li diede a sua moglie Larenzia da allevare. Ai gemelli furono dati i nomi Romolo e Remo. Crescendo, oltre alla caccia, iniziarono anche a cimentarsi nel fatto che attaccavano i ladroni, prendevano loro la preda e la dividevano tra i pastori. Alla fine fu svelato il segreto dell'origine dei fratelli, che uccisero Amulius e riportarono al trono il nonno Numitore. Loro stessi non volevano rimanere ad Alba Longa, ma decisero di fondare una nuova città nei luoghi dove furono trovati. Alla sua fondazione, i fratelli litigarono e Romolo uccise Remo e diede il nome alla città (i romani produssero il nome Roma in nome di Romolo). Secondo "l'era di Varrone", ciò avvenne nel 754/53 aC. e.

Già nell'antichità, la storia di Tito Livio (Storia di Roma dalla fondazione della Città. I, 3-7) era riconosciuta come una classica presentazione della leggenda di Romolo e Remo. La storia è piuttosto concisa, ma non priva di momenti luminosi. “Mi sembra”, scrive Livio, “che il destino abbia predeterminato sia la nascita di una città così grande sia la fondazione del potere, secondo solo al potere degli dei. La Vestale [Rhea Sylvia] fu vittima di violenza e diede alla luce due gemelli, ma dichiarò padre Marte, o credendoci lei stessa, o perché il peccato, di cui Dio è colpevole, è un disonore minore. Tuttavia, né gli dei né il popolo proteggevano né se stessa né la sua progenie dalla crudeltà reale. La sacerdotessa in catene fu presa in custodia, il re ordinò che i bambini fossero gettati nel fiume. Ma il Tevere, per volere degli dèi, traboccò, ricoprendo le rive di acque stagnanti - da nessuna parte ci si poteva avvicinare al letto del fiume, e chi portava figli poteva solo sperare che i bambini affogassero, anche se in acque calme. E così, dopo aver in qualche modo adempiuto all'incarico reale, lasciano i bambini nell'acqua stagnante più vicina - dove ora si trova il fico Ruminal (prima, dicono, si chiamava Romulova). Questi luoghi erano deserti e deserti allora. Dicono che quando l'acqua si ritirò, lasciando il vassoio con i bambini a terra, una lupa delle colline vicine, che corse all'abbeveratoio, si rivolse al grido dei bambini. Chinandosi sui bambini, diede loro i capezzoli ed era così affettuosa che cominciò a leccare i bambini con la lingua; così la trovò il custode delle greggi reali, che secondo la leggenda si chiamava Faustul. Portò a sé i bambini e consegnò a sua moglie Larentia per essere allevato ”(Livio I, 4, tradotto da V. M. Smiril). Livio (I, 6-7) così esprime il tragico epilogo della leggenda: “Quando Numitore ricevette così (retro) il regno albano, Romolo e Remo furono presi dal desiderio di fondare una città proprio nei luoghi dove furono abbandonati e cresciuto. Gli albanesi ei latini avevano molta gente superflua, e se a questo si aggiungessero i pastori, tutti potevano facilmente immaginare che Alba sarebbe piccola, Lavinium sarebbe piccola rispetto alla città che doveva essere fondata. Ma in questi piani è intervenuto il male ereditario, una sete di potere regale, e quindi un conflitto indegno, nato da un inizio completamente pacifico. I fratelli erano gemelli, la differenza di anni non poteva avvantaggiare nessuno dei due, e ora, sicché gli dèi, sotto la cui protezione si trovavano quei luoghi, indicavano con un segno di uccello chi chiamare la città con il loro nome, chi governare il nuovo stato, Romolo scelse il luogo del birdwatching Palatino, e Remo - Aventino.

Remo, come si suol dire, fu il primo a vedere un segno: sei aquiloni, e il segno era già stato annunciato quando Romolo vide un numero doppio di uccelli contro questo. Ciascuno dei fratelli fu proclamato re da una folla di aderenti; alcuni attribuivano maggiore importanza al primato, altri al numero degli uccelli. Cominciò un litigio e l'amarezza reciproca portò a spargimenti di sangue; nella confusione ricevuta da Rem colpo mortale. Più comune, tuttavia, è un'altra storia: Remus saltò oltre i nuovi muri per prendere in giro suo fratello, e Romolo lo uccise con rabbia, esclamando allo stesso tempo: "Quindi perisca tutti quelli che saltano oltre i miei muri". Ora Romolo rimase l'unico sovrano, e la città appena fondata prese il nome dal suo fondatore” (tradotto da V. M. Smirin).

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